Arm23 nasce come start up innovativa agli inizi del 2016, prosegue poi come azienda informatica che si occupa di sviluppare tecnologie della Realtà Aumentata e mista.
In occasione di Seeds & Chips, il più importante evento internazionale dedicato alla Food Innovation, che si è tenuto a Milano dal 7 al 10 maggio, ho avuto modo di testare in prima persona la loro tecnologia.
La Realtà Aumentata è un sistema di grafica interattiva che permette di modificare la realtà aggiungendovi dei contenuti e oggetti virtuali. Si possono in questo modo creare svariate combinazioni; non essendo vincolati a uno schermo qualsiasi superficie può diventare un supporto per visualizzare il flusso di immagini e video in Realtà Aumentata.
Nel dettaglio in occasione della fiera mi è stato mostrato per esempio, come, puntando la cam del telefonino su un menu da ristorante, la pietanza disegnata sul foglio, in questo caso una fetta di torta, si materializzasse in 3D all’interno dello schermo con tutta una serie di informazioni relative agli ingredienti e alla sua composizione.
O ancora indossando degli occhiali della Microsoft ho potuto vedere al centro della sala comparire una lavagna in legno da pavimento con su scritto un menù, e cliccando con un telecomandino su una ricetta, una vera e propria cucina con tanto di padelle e differenti ingredienti si è materializzata in 3D dinanzi a me, ho potuto così preparare la ricetta prescelta eseguendo le varie operazioni sempre grazie al telecomandino.
Abbiamo chiesto ad Antonio Distefano, Vice-CMO presso ARM23 Srl, di raccontarci dell’azienda e delle possibilità della Realtà Aumentata.
Antonio come nasce questa start up? E come siete arrivati ad applicare la realtà aumentata al settore food?
L’azienda nasce nel 2016, inizialmente abbiamo realizzato una piattaforma per il mondo museale. Questa piattaforma sfruttando le tecnologie di riconoscimento dell’immagine a Realtà Aumentata permette, semplicemente puntando la telecamera del telefonino davanti a un quadro, di far partire una scansione. Tale scansione genera un riconoscimento che rimanda indietro un’informazione: la descrizione del quadro ad esempio. Da lì abbiamo presentato un brevetto internazionale, ottenendolo, e abbiamo capito il potenziale effettivo di questa piattaforma.
In seguito si è deciso di trasportare la medesima tecnologia in altri business di settore: quello medicale, logistico, della sicurezza, fino ad arrivare al settore food.
In particolare per quest’ultimo settore abbiamo presentato un’altra piattaforma “About Eat” che ha l’obiettivo finale di dare a noi consumatori, a seconda del caso, differenti informazioni sul cibo: dalla provenienza al com’è stato trattato, dalle materie prime alla ricetta in sé per sé. Tutto ciò viene presentato in modo innovativo, tramite un aggregatore che è il telefono, all’interno di questa applicazione ed è quindi accessibile a tutti quanti.
Com’è venuta l’idea di realizzare questa tecnologia in generale e nel settore food in particolare?
L’idea è venuta al responsabile tecnico dell’azienda Achille De Pasquale, mentre era in viaggio di piacere a Londra e stava visitando il British Museum. Un amico, un esperto d’arte che era con lui lo ha accompagnato nella visita narrandogli i quadri. Achille si è subito reso conto che, se non avesse avuto questa persona al suo fianco, non avrebbe potuto vivere quell’esperienza e quindi da li ha detto: “Come posso aiutare persone come me, che sono penso la maggior parte, ad avere questo tipo di informazioni?”. E da lì ha di creare la piattaforma.
Con uno studio di mercato si sono poi capite subito le potenzialità della Realtà Aumentata che, se tre anni fa era ancora fantasia, nessuno sapeva cosa fosse, ora è la quotidianità.
Da lì, intuendo le esigenze del consumatore, abbiamo traslato il tutto nel settore food, creando la piattaforma About it. Io in primis voglio sapere come viene trattato il cibo, da dove proviene, e avendo sempre il telefono a portata di mano, qual è il miglior modo e strumento con cui poter fare questa cosa se non questo?
Come funziona esattamente About it? Cosa compra il cliente?
Noi prepariamo la piattaforma che si compone di applicazione e gestionale, che consegniamo poi al ristoratore, alla grande distribuzione, o a un qualsiasi produttore alimentare che abbia un packaging. Abbiamo solo la necessità di avere un’immagine su cui poter effettuare poi un riconoscimento, quindi nel database si caricherà questa immagine. Per ogni immagine ci sarà un’informazione che dipende dalle richieste che fa il cliente, che può essere il ristoratore, la GDO, e quindi una volta fatta la scansione, otterrò quell’informazione che ho impostato. Poi quello che cambia è cosa si vuole far vedere al consumatore, un video, una pubblicità, un modello 3D statico, animato, un advertising.
Quando questa applicazione viene consegna ad un ristoratore, che in autonomia vi fornisce per esempio la provenienza delle materie utilizzate per preparare le sue ricette. Viene fatto un controllo per verificare la veridicità dei dati?
Diciamo che il progetto nasce recentemente, questa è una problematica che ci siamo posti e abbiamo previsto la possibilità di effettuare dei controlli. Attualmente la selezione viene fatta a monte, vale a dire forniamo questa strumentazione personalità di rilievo attente a sicurezza, qualità e controllo del cibo, in modo da esser sicuri della veridicità delle informazioni.
La vostra azienda ha mai attraversato un brutto momento?
L’azienda è una start up che ormai ha superato la fase iniziale; però siamo consapevoli che sono molte le start up che non sopravvivono al primo anno. Noi fortunatamente abbiamo superato questa fase, abbiamo avuto un grosso investitore che ci ha supportato, anche se non è stato tutto rose e fiori sin dall’inizio. Adesso riusciamo a camminare con le nostre gambe, andiamo avanti, abbiamo anche ampliato l’offerta dei nostri servizi business, mantenendo la stessa piattaforma ma modulandola ad hoc secondo le necessità.
Qual è invece un bel momento per la vostra attività?
Le fiere di settore, come questa di Seeds & Chips ad esempio, danno tanta soddisfazione, perché prima crei qualcosa in azienda, poi in queste occasioni hai il riscontro delle persone, vedi come reagiscono, e il tutto è sempre molto positivo! Tante sono le reazioni di stupore delle persone che si interfacciano per la prima volta con la Realtà Aumentata e con i nostri modelli 3D. Per noi è soddisfacente proprio questo, le reazioni degli altri a quello che proponiamo noi.
Che consiglio ti senti di dare a chi è intenzionato ad avviare una start up?
Sicuramente il tutto parte da un’idea, bisogna studiare bene il mercato e verificare subito se questa idea esiste o meno. Molto spesso quello che sento io è: “Ah io ho pensato di fare questa cosa, la faccio!”. Subito domando: “Hai visto se effettivamente non esiste? Hai appurato che sia fattibile? C’è richiesta in questo campo?”. Bisogna fare delle ricerche prima di avviare qualsiasi attività per verificare se l’idea è valida, solo fatto questo, a seguito di sforzo e impegno costante, si riesce ad arrivare all’obiettivo.
Stefania Bleve
Antonio Distefano